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 Recensione espansione di Fallout 3 The pitt.

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KRATOS89
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MessaggioTitolo: Recensione espansione di Fallout 3 The pitt.   Recensione espansione di Fallout 3 The pitt. EmptySab Mar 28, 2009 12:16 am

Recensione espansione di Fallout 3 The pitt. 8994_home
Genere: Gioco di ruolo
Distributore: Atari
Lingua: Completamente in italiano
Giocatori: 1

PRO:
- Ottima ambientazione ed atmosfera
- Nuove armi e oggetti bilanciati
- Effetto "Gore" amplificato

CONTRO:
- Trama inconsistente e già vista
- Numerose situazioni inverosimili
- Compiti a tratti ripetitivi
- Visibili pecche tecniche



Torniamo a parlare di Downloadable content per Fallout 3 con il secondo pacchetto d’espansione ovvero “The Pitt, successore del buon Operation Anchorage.

Nuova chiamata d'aiuto
Come per il precedente DLC dopo qualche secondo dall’avvio di una qualsiasi partita verrete raggiunti da un segnale radio che inviterà a raggiungere un determinato punto della mappa. Sul luogo incontrerete un personaggio che chiederà il vostro aiuto per risolvere la terribile situazione di Pittsburgh, città colpita da una terribile infezione che provoca malattia e mutazioni e dove l’unica cura è nelle mani di uno spietato schiavista. Già dopo questa introduzione sarà possibile fare la prima scelta relativamente al modus operandi: in qualsiasi caso lo spostamento dalle Waste Lands di Washington alla nuova ed inedita cittadina americana sarà giustificato dalla presenza di un tunnel sotterraneo da percorrere tramite carrello su rotaia.

Noi mortali non siamo che ombre e polvere
Evitando spoiler sugli avvenimenti legati alla trama, anticipiamo solamente che l’accesso al Pitt necessiterà di un travestimento che permetta di infiltrarsi senza essere attaccati dalle guardie e comporterà la perdita totale degli oggetti dell’inventario che potrete recuperare nelle fasi finali della quest principale. Non è un mistero, comunque, che l’ambientazione di questo nuovo contenuto scaricabile sia un campo schiavi: questo si dimostra ben realizzato, composto di una sorta di piazza principale, una fabbrica, un’area di raccolta materiali e due ulteriori ambientazioni che non descriveremo per evitare fastidiose anticipazioni, oltre a qualche corridoio sotterraneo particolarmente inquietante seppur piuttosto lineare. A rendere le aree ancor più ricche e, se vogliamo, confuse vi sono numerose impalcature e balconate strutturate per aver l’intera mappa visitabile su più livelli, da quello sotterraneo ad alcuni tetti degli edifici presenti.
Nonostante ci si ritrovi a mani vuote e vestiti solo di pochi stracci, lungo l’arco dell’avventura si avrà modo di ottenere numerose nuove armi ed inediti capi di vestiario. Tra queste troverete un particolare revolver degno del miglior Clint Eastwood, utile a sparare a ripetizione e da usare preferibilmente senza sistema S.P.A.V. proprio per sfruttare al meglio la sua rapidità di fuoco. Interessante anche l’arma che il gioco chiama Infiltrato, un mitra con silenziatore utile a colpire in rapida successione uno o più bersagli senza destare troppa attenzione. Durante gli scontri che avverranno nel prosieguo della trama si arriverà ad ottenere facilmente anche un particolare guanto composto da una zampa di Deathclaw, che diversamente sarebbe stato da costruire tramite apposito schema su un banco lavoro, oltre che svariate altre armi già viste, come lanciafiamme o fucili d’assalto. Il piatto forte del nuovo set rimane però l’originale Ascia Automatica, una sorta di sega da lavoro modificata per fungere da arma. Questa permetterà di colpire tramite un attacco particolarmente dannoso tramite sistema S.P.A.V., ma darà il meglio se utilizzata in Real Time, dato che il suo utilizzo consiste nell’attivazione della lama rotante dell’attrezzo ed il relativo avvicinamento alle parti anatomiche degli avversari, operazione con la quale si potrà letteralmente segare qualsiasi arto dei nemici che troverete davanti.
Tra questi oltre ad una nuova tipologia di sciacalli, a dire il vero del tutto simili a quelli del gioco base, troviamo i nuovi Trogloditi, ovvero uomini all’ultimo stadio della mutazione dovuta alla particolare composizione dell’aria e dell’acqua della città. Agili, silenziosi ed aggressivi, questi sono evidentemente programmati e realizzati allo scopo di essere carne da macello per l’Ascia Automatica, dato che ad una resistenza ai danni piuttosto bassa, affiancano un’ottima composizione del modello 3D, diviso in numerose parti separate tra loro e quindi ottime da dilaniare attraverso il rudimentale attrezzo. Portare un attacco agli arti dei malcapitati significherà mutilarli violentemente, cosi come colpirli al busto o alla testa porta a smembramenti ancor più crudi di quelli visti nel gioco base. Il massimo si raggiunge, però, colpendo queste creature nella parte alta del cranio: in questo caso è possibile apprezzare la chirurgica recisione della calotta, alla quale consegue la fuoriuscita del contenuto stesso.

Possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà!
La trama a giustificare le violente gesta del protagonista è, a dire il vero, piuttosto scontata e prevedibile, ricalcando in tutto e per tutto il classico cliché degli schiavi in rivolta e dell’eroe di turno che, tramite duri combattimenti, giungerà al cospetto del tiranno della situazione. Fortunatamente l’incontro con il carismatico leader sarà occasione per una scelta morale che cambierà del tutto la fase finale della quest anche se, a dire il vero, questa darà il via al più grosso problema di The Pitt. Qualsiasi sia la scelta fatta ne conseguirà una situazione di guerriglia, dove paradossalmente molti degli NPC continueranno a comportarsi come se nulla fosse accaduto, creando una surreale atmosfera di tranquillità. Avendo provato entrambe le vie percorribili, possiamo garantire che in entrambi i casi ci si imbatte in situazioni improbabili dove, ad esempio, un nemico non vi sparerà contro per paura di danneggiare qualcosa che non sveliamo volutamente, salvo poi attaccarvi senza alcuna logica pochi attimi dopo assieme ad un esercito intero minando del tutto la credibilità della situazione. Anche al termine della quest principale noteremo che, di fatto, nulla è cambiato, dato che ogni personaggio continuerà a comportarsi come prima del nostro arrivo. Un’indifferenza generale ben lontana dalla situazione di gioia o disperazione che speravamo di portare alla città attraverso le nostre decisioni.
Segnaliamo in aggiunta che il recupero degli oggetti personali confiscati ad inizio missione è anch’esso vittima di situazioni bloccanti: testando differenti variabili nel nostro comportamento abbiamo notato che in alcuni casi si arriva alla situazione di non riuscire a recuperare gli oggetti, probabilmente a causa di qualche bug ereditato dalla versione americana del DLC, rilasciata addirittura in versione debug con tanto di punti esclamativi giganti ben visibili ad indicare i punti di attivazione degli script… In questo contesto, i piccoli errori presenti nel comunque buon doppiaggio italiano, finiscono per passare assolutamente inosservati.

Buon bilanciamento di premi ed EXP
Al di là dell’elenco dei difetti, evidenti e del tutto oggettivi, vi sono aspetti soggettivamente valutabili come la qualità degli oggetti unici ottenuti o il bilanciamento in termini di punti esperienza guadagnata offerto dal DLC.
Il nostro parere è che armi ed oggetti siano ben realizzati e nel caso della pubblicizzata ascia automatica si rivelino originali e divertenti, grazie all’introduzione di nuove meccaniche nel combattimento corpo a corpo e tanta violenza aggiuntiva da regalare ad ogni creatura rimasta viva nelle Waste Lands una volta tornati a casa.
Fortunatamente tutti gli attrezzi che compongono il nuovo set si rivelano persino bilanciati, limitando quell’effetto super-uomo che contraddistingueva il completamento del precedente DLC, Operation Anchorage. Segnaliamo comunque che, anche in questo caso, nelle fasi finali dell’avventura si otterrà una Power Armor speciale: parallelamente a quanto accadeva con la tuta atomica bianca recuperata al ritorno dal simulatore dell’Alaska, anche questa Power Armor rischia di essere un aiuto eccessivo per chi intraprenda la missione aggiuntiva a gioco base iniziato da poco; fortunatamente questo fattore viene limitato dalla difficoltà stessa nel raggiungere il punto d’inizio della missione, volutamente distante dalle prime aree visitabili in una nuova partita.
Per quanto riguarda, invece, il fattore esperienza segnaliamo che risolvendo solo la quest principale senza dilungarsi nella raccolta e consegna di oggetti che si sbloccherà a missione terminata, i punti guadagnati in The Pitt saranno bastevoli solo per salire di uno o due livelli, diversamente da quanto avveniva in Operation Anchorage, esageratamente generoso in questo senso. Purtroppo intraprendere l’avventura già a livello 20 significherà non ottenere praticamente alcun vantaggio, dato che il limite verrà innalzato solo con la terza espansione, ovvero Broken Steel.
Commento Finale
Proposto ai canonici 800 Microsoft Points su Xbox 360 e disponibile anche per PC, The Pitt affianca un’ottima ambientazione e un incrementato livello di violenza a una trama ricca di cliché che non svela nulla di particolarmente interessante riguardo la storia principale. Questo DLC, inoltre, mostra situazioni paradossali e inverosimili, dovute a script poco elaborati che farebbero pensare a un rilascio frettoloso, confermato peraltro dall’improbabile versione rilasciata per il mercato USA, fortunatamente riveduta e corretta. L’esperimento di modificare la giocabilità del titolo in Operation Anchorage che ha trasformato Fallout 3 in un action, piuttosto che gioco di ruolo, si dimostra ancor di più oggi un’ottima scelta dato che, grazie a quelle meccaniche, si sono evitate quelle incoerenze che il ritorno allo stile GDR di questo pacchetto mette in primo piano, lasciando stupefatti per come la qualità del gioco originale sia fortunatamente tanto distante.
The Pitt è consigliato ai grandi fan di Fallout 3 disposti a spendere quasi dieci euro per un prodotto ricco di difetti, oltre che dalla longevità limitata, ampliata a 4-5 ore solo in maniera artificiosa.
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