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 Recensione de "Il Padrino II"

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Slevin

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MessaggioTitolo: Recensione de "Il Padrino II"   Recensione de "Il Padrino II" EmptyGio Apr 16, 2009 10:14 am

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Il Padrino II

Produttore
Electronic Arts

Sviluppatore
EA Redwood Shores

Genere
Azione

PEGI
18+

Distributore Italiano
Electronic Arts Italia

Disponibile
10/4/2009

Data di uscita americana
7/4/2009

Lingua
Tutto in italiano

Giocatori
8

Formato Video
HDTV

Formato Audio
Surround 5.1
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Dopo circa due anni di lavorazione, EA Redwood Shores propone un sequel de Il Padrino - Il Videogioco che promette di essere più vasto, divertente e strutturalmente più ricco del primo capitolo, nonché di proporre una trama rispettosa del capolavoro di Francis Ford Coppola, ma al tempo stesso originale quanto basta per non adagiarsi su un semplice remake della pellicola.
Se infatti non vi è traccia dei flashback del passato di Vito Corleone (interpretato nel film da Robert De Niro) e il gioco ha inizio a l'Havana poco prima della caduta del Presidente filoamericano Batista e della vittoria dei rivoluzionari guidati da Fidel Castro, dal film vengono recuperati Hyman Roth (malavitoso di origine ebraica), Michael Corleone e il fratello Fredo, l'avvocato Tom Hagen, il caporegime Frank Pentangeli e altri personaggi. Poi c'è il nostro alter ego Dominic, figura inedita, a cui possiamo dare l'aspetto desiderato sfruttando un editor decisamente completo e ricco di opzioni estetiche.
Scopo del gioco è innanzitutto fuggire da Cuba ormai in mano ai castristi, facendosi largo tra le strade in tumulto a suon di proiettili, tornare negli USA e imporsi, sotto l'ala dei Corleone prima e di Roth poi, come la più grande forza criminale del Paese sbaragliando la concorrenza di altre famiglie come i Granado, i Rosato e i Mangano.
La prima differenza tra Il Padrino II e il predecessore sta proprio nella maggior vastità dell'ambiente di gioco; più famiglie, più personaggi e più città (New York, l'Havana e Miami) significano inevitabilmente più ore di gioco e una maggior varietà di ambientazioni.
Il versante più orientato al free roaming non ha però messo in mostra particolari qualità: New York e Miami sono infatti riprodotte solo per una piccolissima sezione e, a parte qualche differenza cromatica e le palme tipiche della Florida, finiscono con l'essere troppo simili tra di loro. Girando per queste due metropoli dei primi anni '60, si ha inoltre la sensazione di vagare per ambienti privi di vita e totalmente anonimi, un po' per l'impossibilità di "vivere" la città come negli ultimi capitoli di Grand Theft Auto, un po' per lo scarso numero di automobili e passanti, che paiono messi lì a caso e non reagiscono quasi mai ai nostri atti criminali.
Può infatti succedere che di fronte a un investimento, un furto di auto o a un omicidio un Personaggio Non Giocante ne diventi testimone (lo riconosciamo da un'apposita icona rossa) facendo intervenire poco dopo la polizia; sta a noi rimediare convincendolo con le maniere forti a tacere o uccidendolo immediatamente per evitare possibili rischi, ma il più delle volte nessuno sembra far caso al nostro ennesimo atto criminale.
Tra l'altro le forze dell'ordine intervengono molto raramente e, per togliersi dalla loro scia, basta molto spesso spostarsi leggermente da una zona all'altra della città, premere spazio per far sparare dall'auto i nostri compagni o rifugiarsi in un'apposita casa-nascondiglio.
A deludere sono poi la limitata agilità di Dominic (che non può nemmeno saltare) e i pochi modelli di auto disponibili, anche se il sistema di guida ci è sembrato ben equilibrato e realistico, con camion lenti e macchinosi e spider veloci e scattanti (le "utilitarie" sono una via di mezzo), mentre mancano del tutto i veicoli a due ruote, quasi che negli anni '60 non esistessero motociclette per le strade di due metropoli come New York e Miami.
Il gioco

Come ogni aspirante boss mafioso che si rispetti anche Dominic deve partire dal basso e farsi strada a forza di intimidazioni, rapine ed estorsioni, che non a caso rappresentano il vero cuore del gioco; lo scopo de Il Padrino II è infatti quello di guadagnare più soldi possibili risolvendo le missioni affidateci dai nostri superiori e conquistando le attività criminali dei rivali.
Sembra un compito arduo e infatti il capitolo precedente ci metteva di fronte a un tasso di sfida con alcuni picchi di difficoltà addirittura esagerati, ma questa volta gli sviluppatori hanno voluto ammorbidire il tutto con un gameplay molto più abbordabile e con scelte strutturali tese a diminuire notevolmente la difficoltà.
Tanto per cominciare Dominic può assoldare fino a tre aiutanti il cui livello di salute, come nel caso del nostro alter ego, si ricarica automaticamente e, se al nostro party aggiungiamo un medico, morire diventa pressoché impossibile anche perché o si è arrestati o si va all'ospedale con pochissime "penali" da pagare. Ciò anche a causa di un'intelligenza nemica molto approssimativa, del vasto arsenale a nostra disposizione (fucili, mitragliatori, molotov, dinamite, pistole, mazze e sbarre di ferro) e della facilità con cui, anche a mani nude, possiamo uccidere chiunque ci capiti a tiro.
Volendo, quasi tutti gli assalti contro i luoghi in mano alle famiglie rivali si possono compiere tranquillamente da soli (con l'opzione per la copertura il tutto diventa poi ancora più semplice), ma se proprio vogliamo sfruttare l'aiuto dei nostri compagni il gioco riserva in effetti qualche simpatica trovata. Nel caso dovessimo assaltare uno stabile privo di entrate possiamo sfruttare l'abilità di uno scagnozzo esperto in demolizioni ed esplosioni, mentre per svaligiare il caveau di una banca ci serve un aiutante apposito e così via per tutte le azioni possibili (incendiare, sfondare porte, tagliare le comunicazioni).
La scelta dei nostri compagni è quindi importante per riuscire a risolvere alcune situazioni, ma la loro presenza ci semplifica enormemente il lavoro e anche in questo caso l'intelligenza artificiale non è priva di bachi (aiutanti che scompaiono, si bloccano o non salgono con noi in macchina e fissano il vuoto).
Il cuore del gameplay, oltre alle sparatorie e agli spostamenti nelle città, è concentrato sulla conquista delle attività criminali della concorrenza, che non solo ci assicurano entrate sempre maggiori, ma aggiungono particolari bonus nel caso riusciamo a conquistare un intero filone malavitoso (prostituzione, gioco d'azzardo, usura). In pratica si assalta una postazione nemica, si costringe il proprietario a cederci il business dopo una o due scariche di pugni (possibilmente evitando di ucciderlo), si incassa l'introito dell'attività e si paga un certo numero di guardie per difendere il luogo dai tentativi di attacchi rivali per riprendersi al business.
Alla fine Il Padrino II non si discosta poi tanto da questa formula (attaccare-intimidire-difendere) ed è quindi inevitabile che dopo un po' il gameplay tenda a ripetersi e a incappare nel rischio noia; forse consci di questo limite, gli sviluppatori hanno introdotto altri metodi come uccidere su commissione o svaligiare una banca per guadagnare denaro, necessario non solo a difendere i punti strategici della città ma anche a migliorare le caratteristiche nostre e dei nostri alleati.
Possiamo così accrescere l'abilità con certe armi, la resistenza, la capacità intimidatoria e così via, fino a costruire un piccolo esercito di compagni fedeli e sempre più forti. Come detto in precedenza, il basso livello di difficoltà non rende necessario ricorrere a questo tipo di potenziamenti, ma se non altro si è spronati a guadagnare soldi per una ragione e fa comunque piacere vedere il proprio alter ego crescere e migliorare con il passare delle ore.
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